Lucrezia Ricchiuti

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Lucrezia Ricchiuti - Senato - Commissione Finanze e tesoro

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E-mail

ricchiuti.lucrezia@gmail.com

Gruppo parlamentare

Partito Democratico

Mi presento

Ho 56 anni  coniugata con due figli un diploma in ragioneria e una laurea in scienze politiche. Ho lavorato come lavoratrice dipendente e dal  1989 come collaboratrice famigliare nell’impresa di mio marito.

Ho cominciato ad occuparmi di politica dai tempi delle scuole superiori. Sono stata consigliere comunale dell'opposizione dal 2000 al 2010 a Desio, paese che ospita, insieme al altri comuni brianzoli e lombardi, compresa  Milano, una sede di locale di 'ndrangheta.  Da consigliere d’opposizione ho maturato una buona competenza in materia di bilancio, società partecipate pubbliche e urbanistica. La mia attività politica in Consiglio Comunale negli anni dell’opposizione si è caratterizzata principalmente nello scardinare un sistema collaudato di interessi che aveva come obiettivo la speculazione edilizia e quindi la trasformazione di aree da agricole in edificabili. Questo collaudatissimo sistema vedeva una convergenza di interessi che si è stratificata negli anni e che vedeva come protagonisti proprietari delle aree, mediatori, immobiliaristi, costruttori edili, professionisti, dipendenti pubblici e naturalmente politici. Nel 2010 il Consiglio Comunale di Desio a seguito dell'operazione Crimine Infinito – coordinata dalla DDA di Reggio Calabria e Milano - sulla 'ndrangheta in Lombardia e Calabria -  si è auto sciolto in conseguenza  delle dimissioni di noi  consiglieri dell'opposizione e  della Lega Nord in maggioranza con una coalizione Lega-Pdl-Lista Civica. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali è risultato che molti politici locali, dipendenti di aziende pubbliche, ex dipendenti comunali, assessori regionali  avevano contatti con elementi della ‘ndrangheta anche se le loro posizioni sono state stralciate dalle indagini e quindi non perseguiti. Gli arrestati a Desio sono stati 16 – 300 in totale fra Reggio Calabria e Lombardia di cui 160 al Nord -  e sono già stati tutti condannati in primo grado. E’ in corso il processo di secondo grado.  Nel 2011, dopo un periodo di commissariamento, la coalizione di centrosinistra ha vinto le elezioni e sono diventata assessore al bilancio e al controllo del territorio.

Nel dicembre 2012 ho partecipato alle primarie del Pd e sono arrivata nella mia provincia seconda con quasi tremila preferenze. Ciò mi ha permesso di candidarmi al Senato e di essere eletta nella XXVII legislatura. Ho aderita all’iniziativa di Libera denominata “Riparte il futuro”  che fa della trasparenza e della lotta alla corruzione la sua priorità. Ho pubblicato on-line il mio curriculum vitae, il mio reddito, le mie proprietà immobiliari e il mio patrimonio. Ho preso degli impegni precisi fra cui modificare  entro i primi cento giorni di legislazione la norma sullo scambio politico elettorale mafioso (416ter) Attualmente sono membro dell’Assemblea Nazionale del Pd e della direzione provinciale del Pd Monza Brianza. Mi sono sempre occupata di abusivismo edilizio, di  speculazione edilizia e di discariche abusive, attività che hanno purtroppo sempre regnato incontrastate sul l mio territorio. Attività di cui mi occupo a tempo pieno ancora oggi. La mia amministrazione sta cercando di riportare la normalità in un paese che di normale ha ben poco, soprattutto per quanto riguarda  il rispetto delle regole e il ripristino  della legalità. La mia candidatura al Parlamento ha lo scopo prioritario di costruire una rete, non solo  sul territorio lombardo,  affinchè gli amministratori che combattono per la legalità contro le organizzazioni mafiose non siano lasciati soli e in balia di se stessi.  Oggi purtroppo la realtà in cui operano questi amministratori coraggiosi è molto difficile e le sole istituzioni su cui possono veramente contare sono le Forze dell’ordine o quelle di volontariato. Occuparsi di mafia significa occuparsene tutti i giorni e non solo con i convegni o a chiacchiere. Servono tutele politiche che solo il Parlamento può dare, servono Prefetti che si diano da fare e Forze dell’ordine competenti nella materia. Bisogna investire soldi, tempo e soprattutto volontà. Solo in questo modo potremo sconfiggere la colonizzazione dell’Italia da parte delle mafie e come dice giustamente Don Ciotti non dovercene più occupare visto che ne parliamo da centinaia di anni. Cosa abbiamo ancora da dire? Niente, bisogna solo fare.