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Inviato da avatar Guido Noceti il 31-07-2013 alle 15:01 Leggi/Nascondi

Io credo che la questione del consumo del suolo vada vista comunque dentro un disegno più grande di come si vuole impostare il modello di sviluppo. Il territorio va salvaguardato dal cemento, ma va anche preservato con delle attività antropiche, dall'agricoltura, alla caccia (si la caccia, se sostenibile, è un ottimo modo per tenere in equilibrio la fauna e vivibili i boschi), alla pesca, agli sport che si praticano nella natura.

Va preservato da mostri di cemento armato come la TAV e i suoi viadotti, come il ponte sullo stretto di Messina e così via.

Poi come è stato scritto prima di me bisogna mettere in piedi un piano di debuilding, tanto delle case\industrie abbandonate e cadenti, tanto sostenendo per esempio l'abbattimento delle case abusive che ad oggi è a carico completo dei comuni. Provate ad andare, sopratutto nel mezzogiorno, in piccoli comuni dove tutti conoscono tutti a vedere se qualche funzionario comunale si prende la briga di avviare le pratiche di demolizione di una casa abusiva di qualcuno che magari conosce di persona. E poi i soldi per demolizione e smaltimento? Chi li anticipa? (ricodo un servizio fatto dalle Iene tempo fa in Calabria molto molto significativo da questo punto di vista).

Una delle cose da mettere nero su bianco sulla legge è: si fa una task force del ministero dell'ambiente che, mappe catastali alla mano e google map rileva gli edifici che non dovrebbero esistere. Comune per comune, facendosi aiutare ove possibile dalle amministrazioni locali. Quando si individua una casa abusiva, processo per direttissima al titolare (tanto in barba alla legge hanno allacciamenti coi servizi e contratti di fornitura ed è facile individuare), diversamente procedimento contro ignoti. Al primo grado di giudizio la casa si demolisce e i beni contenuti vengono messi all'asta per ripianare in parte il costo di demolizione smaltimento. Se si individua un proprietario gli si addebitano i costi.

Dopo qualche anno il territorio consumato sarà meno di quello ripristinato e restituito alla collettività.

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