Rispondi

Rispondi a:
Inviato da avatar Patrizia Puccini il 08-07-2013 alle 09:58 Leggi/Nascondi

Noto con dispiacere che ci si attende proposte da diversi settori della società ma non ci si aspetta proposte da chi, di professione, si occupa di uso del territorio, come gli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. Che son davvero tanti in italia e la loro specifica cultura non gode di alcun credito.

Fermare  l'uso di suolo pensando che il rinnovamento dell'edificato esistente, sia una semplice conseguenza della prima azione è pura follia. Si pensi a tutta quella serie di edifici energivori e dalla statica superata costruiti dal dopo guerra in poi  che caratterizzano le periferie delle nostre città, a tutti gli edifici anteguerra di scarsa qualità strutturale ma che costituiscono anche immagine del paesaggio italiano che debbono in qualche modo essere conservati ma profondamente rinnovati per essere compatibili con le necessità dei nostri tempi. Si pensi anche solo un attimo alla qualità dei sottoservizi di ogni città italiana e allo stato di degrado in cui versano fognature, acquedotti ecc.  Come è possibile pensare ad una riqualificazione massiccia dell'esistente senza avere aree di scambio?  Son cose che non si risolvono con semplici incentivi. Occorre un nuovo modo di operare che deve essere coordinato e ragionato a fondo perchè funzioni. È un lavoro interdisciplinare difficile e laborioso che non può prescindere dal contributo di una serie di tecnici professionisti di cui gli architetti fanno parte a pieno titolo.

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

Contenuto della risposta
Campo obbligatorio.